Premessa
Negli ultimi anni molti studi hanno approfondito la questione ambientale nel settore dell’edilizia fornendo al progettista utili criteri progettuali applicabili al fine di ridurne l’impatto ambientale. Anche il legislatore ha fornito un’importante indicazione in merito introducendo i Criteri Ambientali Minimi (CAM) Edilizia. Tali criteri secondo il legislatore, introdotti con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.16 del 21 gennaio 2016 e successivamente modificato con Decreto del 11 gennaio 2017, consentono alla stazione appaltante di ridurre gli impatti ambientali degli interventi di nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione degli edifici, considerati in un’ottica di ciclo di vita.
Il Decreto Legislativo n. 50 del 18 aprile 2016 ed in particolare gli artt. 34 e 95 prescrivono alle stazioni appaltanti l’inserimento nei documenti di gara, per l’affidamento di servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici e per la gestione dei cantieri, tutte le specifiche tecniche e le clausole contrattuali definite dai Criteri Ambientali Minimi Edilizia per il 100% del valore a base d’asta.



Struttura del documento “Criteri Ambientali Minimi Edilizia” Decreto ministeriale 11 gennaio 2017 – Allegato 2

Il documento CAM Edilizia riporta alcune indicazioni di carattere generale che consistono in richiami alla normativa di riferimento e in ulteriori indicazioni proposti alle stazioni appaltanti in relazione all’espletamento della relativa gara d’appalto e all’esecuzione del contratto. L’obiettivo principale dunque è quello di fornire a tutti gli attori del processo edilizio delle indicazioni guida per ridurre l’impatto ambientale, dal progetto alla costruzione, facilitando le attività di monitoraggio e agevolando le potenziali imprese offerenti, in quanto si rendono immediatamente evidenti le caratteristiche ambientali richieste dalla stazione appaltante.

Trascurando in questa sede le importanti indicazioni fornite dal legislatore alle stazioni appaltanti e alle imprese esecutrici, ci si soffermerà sul ruolo del progettista alla luce dei CAM Edilizia. I criteri di sostenibilità contenuti nel documento, relativi alla progettazione, si riferiscono a tutti i pertinenti livelli di progettazione, da quella preliminare a quella definitiva ed esecutiva e a tutte le scale (dai gruppi di edifici fino al componente edilizio). In particolare si forniscono specifiche tecniche utili a garantire la conservazione degli habitat presenti nell’area di intervento garantendone l’interconnessione fisica ad habitat esterni all’area di intervento, indicazioni utili ad incrementare l’efficienza energetica per la riduzione dei consumi di energia (sulle nuove costruzioni l’indice di prestazione energetica globale EPgl,n,ren deve corrispondere almeno alla classe A3). Particolare attenzione è stata posta nella definizione delle indicazioni progettuali per una migliore qualità ambientale interna e nello specifico si pone una maggiore attenzione al comfort termoigrometrico indoor, all’illuminazione naturale, al controllo dell’immissione nell’ambiente interno di radiazione solare diretta, ad interventi atti a ridurre il più possibile l’esposizione indoor a campi magnetici a bassa frequenza, all’utilizzo di materiali locali, eco-compatibili e riciclabili privilegiando materiali con contenuti sempre maggiori di materie prime seconde.

Dunque il progettista deve compiere scelte tecniche di progetto, specificare le informazioni ambientali dei prodotti scelti e fornire la documentazione tecnica che consenta di soddisfare tali criteri. Tra la documentazione probante, utile per la verifica del rispetto del criterio, il progettista deve fornire l’elenco dei componenti edilizi costituenti l’edificio dotati di certificazioni verificate da un organismo di valutazione della conformità come ad esempio una dichiarazione ambientale di Tipo III, conforme alla norma UNI EN 15804 e alla norma ISO 14025.

Il limite oggettivo di questi orientamenti è sicuramente legato alla possibilità di incorrere nel rischio di orientare la progettazione verso soluzioni tecniche in teoria “environment-friendly”, ma che in realtà non consentono di controllare e confrontare il parametro “impatto ambientale” da un punto di vista scientifico.

L’unico strumento oggettivo e scientifico di cui il progettista dispone per superare tale limite è la metodologia Life Cycle Assessment – LCA, che attraverso indicatori quantitativi d’impatto ambientale, codificati e definiti a livello internazionale, consente la valutazione della compatibilità ambientale dell’edificio.

INTRODUZIONE
La metodologia di studio proposta, a supporto della progettazione ecocompatibile, consente attraverso un’analisi LCA di valutare l’impatto ambientale sia alla scala dell’elemento tecnico che alla scala dell’edificio, nonché di comparare i profili ambientali di più soluzioni tecniche alternative al fine di individuarne quella più premiante.
A fronte della complessità che l’analisi LCA di un edificio comporta, un esteso uso di materiali dotati di dichiarazione ambientale di tipo III (EPD) consente di condurre un’analisi delle prestazioni ambientali semplificata. Dunque a partire dalle EPD raccolte per dimostrare i profili ambientali dei componenti edilizi nelle verifiche dei CAM Edilizia (documentazione probante per il rispetto dei criteri), ed in particolare per le specifiche tecniche dei componenti edilizi, è possibile arrivare, attraverso un’opportuna aggregazione, alla determinazione degli impatti ambientali.
L’EPD è uno strumento dichiarativo e non valutativo che definisce la carta di identità ambientale di un prodotto da costruzione.
Sulla base di queste premesse, essendo ciascun prodotto dotato di una propria dichiarazione ambientale di prodotto EPD, è possibile giungere alla dichiarazione ambientale complessiva di un edificio attraverso la somma delle singole EPD, considerando perciò l’edificio come il risultato di un processo sofisticato di assemblaggio e posa in opera di prodotti. Analogamente è possibile determinare l’EPD di un elemento tecnico attraverso la sommatoria delle EPD dei prodotti che la costituiscono e sarà possibile effettuare delle scelte in un’ottica di eco design.
Nel seguito verrà affrontato un esempio numerico di verifica dei criteri ambientali comuni e specifici applicato a tutti i componenti edilizi, un esempio di comparazione tra tre differenti soluzioni tecnologiche relative ad un medesimo elemento tecnico appartenente all’involucro edilizio (superficie verticale opaca) fino a giungere alla valutazione dell’impatto ambientale dell’interno edificio destinato ad ufficio con riferimento alle norme UNI EN 15804 e EN 15978. Lo studio prevede l’analisi di tutte le fasi del ciclo di vita della struttura e dunque dalla fase di produzione dei componenti edilizi passando per la costruzione dell’edificio, la fase di utilizzo fino ad arrivare alla dismissione della struttura (eventuale fine vita).

DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO ANALIZZATO
L’oggetto dello studio è un edificio destinato ad ufficio, in fase di progettazione , situato in Melfi (PZ). L’edificio ha una superficie di circa 100mq su due livelli ed è costituito da una struttura portante in cemento armato con solaio intermedio in struttura mista legno-calcestruzzo e tetto in legno. A questo edificio è annessa un’area attrezzata a verde urbano.

Rendering dell’edificio

I criteri di progettazione applicati sono quelli previsti dai CAM Edilizia con il supporto della metodologia LCA per la scelta delle soluzioni meno impattanti (confronto tra sub-sistemi tecnologici) e per la determinazione dell’impatto ambientale finale (scala di edificio).
Nello specifico l’edificio è stato progettato con un indice di prestazione energetica globale EPgl,n,ren corrispondente alla classe A3 ed una capacità termica areica interna periodica (Cip) pari a 40 kJ/m2K.


Stralcio dell’APE con indicazione della prestazione energetica globale

L’edificio è coperto, dal punto di vista dell’approvvigionamento energetico, da un impianto fotovoltaico opportunamente dimensionato sulla base dell’autoconsumo. La raccolta delle acque piovane per uso irriguo e per gli scarichi sanitari, è attuata con impianti realizzati secondo le norme UNI/TS 11445 ed UNI EN 805. Sono previsti inoltre sistemi di riduzione di flusso, di controllo di portata, di controllo della temperatura dell’acqua, sistema di monitoraggio dei consumi idrici e l’impiego di apparecchi sanitari con cassette a doppio scarico aventi scarico completo di massimo 6 litri e scarico ridotto di massimo 3 litri.

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All’interno dell articolo integrale scaricabile in pdf:

  • STRUTTURA DELLO STUDIO
  • FASE 1 – VERIFICA SPECIFICHE TECNICHE COMPONENTI EDILIZI – CAM EDILIZIA
  • FASE 2 – APPLICAZIONE DELL’ANALISI LCA ALLA SCALA DELL’ELEMENTO TECNICO
  • FASE 3 – APPLICAZIONE DELL’ANALISI LCA ALLA SCALA DELL’ EDIFICIO

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credits: Ingenio